Prima di partire per questo viaggio, c’è stato l’allenamento. Potendo raggiungere Cumiana a cavallo, sono andata a incontrare Marzia Verona. È stato un bel l’incontro da cui sono emersi alcuni temi che toccano da vicino questo viaggio.
Dopo aver studiato alpicoltura, questa donna non ha più potuto allontanarsi dal mondo dei pastori e cerca ogni giorno di far presenti al mondo cittadino le gioie e le fatiche di chi vive in montagna con gli animali con cognizione di causa e la passione di chi ama ciò che sta facendo.
La nebbia invade spesso la valle. Con il favore del suo velo il lupo può permettersi il lusso di avvicinarsi impunito. Può essere che colpisca una pecora, magari due, se ci sono dei giovani esaltati dalla caccia e incoscienti della fatica magari sono sei o sette gli animali feriti e uccisi. Il resto del gregge si disperde, è terrorizzato e vive di panico per diversi giorni a venire.
Quando una persona trascorre l’intera estate in solitudine con ogni tempo per badare ai suoi animali in luoghi poco frequentati con ripari spesso fatiscenti e si trova osservato dal lupo che lo guarda in pieno giorno misurando la taglia delle pecore del suo gregge succede che si senta in balia degli eventi.
I danni del lupo non sono solo gli animali che vengono mangiati ma soprattutto le modifiche che si rendono necessarie nella gestione dell’allevamento. Non ci si può permettere di far nascere gli agnelli in estate perché le pecore si distanziano dal gregge per partorire in tranquillità e quando sono isolate rischiano di più. Anche se andasse tutto bene, quando gli agnelli sono poi mischiati al gregge sono sempre un anello debole, escono dalle reti, non sono allineati e rischiano sempre. Per poter avere delle nascite in estate, bisognerebbe isolare una nursery dal resto del gregge e potersi permettere una persona che ci si dedica completamente ma questo non è sostenibile.
Concentrare le nascite in autunno è altrettanto debilitante perché l’aumento dell’offerta in determinati periodi impone al mercato un abbassamento del prezzo della carne.
Il lupo non è il vero nemico del pastore, è solo quello che sembra più facile da risolvere. Le speculazioni sugli affitti per strutture , le regole sanitarie che impongono costi e restrizioni extra, i prezzi al produttore sempre più bassi per carne e prodotti caseari, la lana da buttare via perché conviene comprarla da lontano che spendere per lavarla e venderla sono nemici che non si possono combattere ma forse sono il vero lupo.
Gridare contro il lupo è un po’ come gridare contro tutte queste difficoltà che rendono impervia la vita in posti da sogno che i pastori sarebbero abituati a frequentare.