2016 06 23 intervista a Paolo Truzzolo
Sono stati i forestali a portarli. Loro comunque vada ci guadagnano.
Predazioni ce ne sono, ce ne sono state e continuerà così. Anche i risarcimenti ci sono, ma un vitello di due giorni non vale la carne di un vitello di due giorni, vale tutto il tempo della gestazione e la delicatezza del parto. Domenica scorsa è stato sbranato un vitello di venti giorni, sono proprio loro quelli che vengono presi più facilmente. La mucca che deve partorire si isola, cerca un posto tranquillo e vuole stare da sola. Lo allatta e poi si allontana brucando per tornare dal vitello quando è di nuovo ora di allattarlo. Il vitello rimane da solo e non è così forte e combattivo. Giusto un attimo fa sono andato a vedere quelle del lago Boar, una di loro aveva partorito da quattro o cinque ore, non di più e mi sono avvicinato per mettere l’orecchino al nuovo nato. Mentre mi avvicinavo ho visto le orecchie e poi il muso di un lupo dietro un sasso. È scappato sparendo come uno spirito, ma giusto un attimo prima era lì. Qui si è sempre fatto in modo da concentrare le nascite nel periodo estivo quando le mucche sono libere nei pascoli alti dove c’è meno rischio di malattie, l’aria è pulita, tutto è pulito e le mucche sono in un ambiente a loro congeniale.
Le mucche adulte fanno gruppo, si difendono a vicenda e non è così facile per i lupi infilarsi tra di loro. Appena capiscono che qualcuna di loro è in pericolo si affrettano a fare massa una vicina all’altra in fronte compatto. Queste mucche sono così, ma l’allenamento principale qui è tradizionalmente di mucche da latte che sono molto più docili e anche meno agili.
I lupi che vivono qui sono sicuramente più di quelli che ci dicono. Loro dicono che l’estate scorsa erano tredici e che c’è un solo branco. Non è vero, ci sono tre branchi, uno a ovest, uno al centro è uno a nord della Lessinia. Me lo ha detto un signore che fa il fotografo e li segue da quando sono arrivati. Lui è capace di riconoscere ognuno di loro. Si sono fermati qui perchè è facile procurarsi da mangiare e nascondersi. Loro trovano il bestiame domestico nei pascoli alti, i selvatici nelle foreste che risalgono i valloni circondati da rocce. Spingono gli ani ali in trappole di pietra e se ne nutrono per tutto il periodo estivo e d’inverno, quando scendiamo, si nutrono dei selvatici e scendono a valle anche loro ogni volta che devono fare rifornimento. Quest’inverno a Velo c’è stata la predazione di una manza a duecento metri dalle case.
Se non si farà qualcosa di serio, qui diventerà insostenibile. L’altro giorno c’è stato un incontro di esperti proprio sulla difesa da grandi predatori, proprio qui in Lessinia, sai cos’è anno deciso? Dicono che dobbiamo fare dei recinti elettrificati con il filo a tre altezze. Sai quanto sono vasti questi pascoli? Sono intere montagne carsiche dove l’unica acqua è concentrata negli stagni. Gli stagni sono lontani e non si spostano, le mucche sì.
– Ma di cani da guardiania non hanno parlato?
– Sì che ne hanno parlato, ne parlano sempre ma qui i pochi che si sono fatti convincere a prenderli si sono trovati una grana in più. Bisogna insegnare tutto a quei cani lì e le mucche che si sono abituate ad aver paura dei lupi, non ne vogliono sapere di cani.