Il parco della Lessinia e il ritorno del lupo

2016 06 24 intervista a Diego Lonardoni
Direttore del Parco Regionale della Lessinia

La Lessinia assomiglia a una mano, a nord c’è l’altopiano appoggiato su impervi contrafforti solcati da valloni impervi e ripidissimi, da lassù si dipartono cinque creste con le rispettive valli che scendono verso Verona. Le creste sono tondeggianti ed erbose, puntellate da mandrie e pozze dove il bestiame va all’abbeverata. I valloni sono percorsi da piste e sentieri che si inoltrano nel bosco fino ai rii di fondovalle. In alto la visibilità è perfetta, nel bosco il fitto degli alberi nasconde tutto quello che non vuole farsi vedere.

Lì sotto ti senti osservato, lassù lo sguardo spazia.

Diego Lonardoni, direttore del parco della Lessinia, Emiliano, 'portatore sano' di Lessinia.
Diego Lonardoni, direttore del parco della Lessinia, Emiliano, ‘portatore sano’ di Lessinia.

-Poco fa ero qui seduto con mia moglie ed è passata una lepre nel prato, di lepri non ce ne sono quasi più. Sai chi c’era dietro di lei? Una volpe. Qui è parco e non si fa altro che proteggere queste bestie qui: lupi e volpi. Una volta c’era la taglia e adesso c’è la multa e per il lupo anche il penale.
– Lo sai quanti lupi ci sono in Lessinia? Sono da tutte le parti, li hanno reintrodotti e volevano tenercelo nascosto. Sai cosa fa il lupo? Mangia. E quando trova cibo più comodo lo preferisce. Volevano tenerceli nascosti ma si sono fatti vedere loro.
– Per un inverno ho avvisato il parco che c’era un lupo, lo vedevo all’imbrunire. Nessuno mi ascoltava.
Non mi ascoltavano perché non volevano che girasse la voce. Loro lo sapevano benissimo, li hanno portati loro. Se non è così e non lo sapevano è perché non possono sapere tutto.

Voci di passaggio.

In questo posto così vicino a Verona c’è il Parco della Lessinia, un piccolo parco con ridotto personale e tanti aspetti da gestire per tenere al riparo un territorio molto frastagliato. Proprio qui sono arrivati questi due lupi provenienti da popolazioni isolate reciprocamente da più di un secolo e lo hanno scelto come loro territorio.
Il Parco è lo stesso ma c’è una cosa in più che dà valore aggiunto ma anche tanto lavoro in più e noi siamo sempre gli stessi. Il monitoraggio e la gestione del lupo sono un impegno che non avremmo mai potuto sostenere da soli e molte attività vengono svolte in sinergia con il Corpo Forestale dello Stato e gli Agenti della Polizia provinciale. Lo scollamento tra le Istituzioni preposte alla gestione della presenza del lupo in Lessinia e la popolazione locale è aumentato.Le predazioni hanno toccato e coinvolto molte persone. Quando, oltre alle predazioni arrecate al bestiame al pascolo, viene predato anche l’asino della fattoria, la capretta che era così domestica e a cui tutti i bambini volevano bene o il cane domestico di famiglia, gli eventi non coinvolgono emotivamente i soli diretti interessati. Le persone si sono riunite e si sono organizzate per trovare la soluzione. La proposta dei Comuni dell’Alta Lessinia è stata di traslocare i lupi altrove. Qualcuno ha anche proposto di rinchiuderli in un recinto dove chi vuole può andare a vederli ma non possono nuocere. L’unico Comune il cui territorio è interessato dalla presenza attiva del lupo che si è espresso in suo favore, è stato quello di Ala (TN), dove peraltro si sono verificati deplorevoli episodi di spargimento nell’ambiente di bocconi avvelenati.
Siamo tutti tenuti a far rispettare le normative vigenti in materia e a proporre soluzioni che rientrino nel rispetto dei principi di legalità, cercando di gestire i rapporti con le persone che vivono e lavorano nel nostro territorio, facendo fronte oltre al normale carico di lavoro anche a queste nuove presenze molto impegnative.
Gli allevatori ottengono un risarcimento per gli animali che perdono che costituisce una cifra consistente in termini di spesa complessiva e di importante impegno finanziario a carico interamente della Regione Veneto.
Quali sono le attitudini del territorio a difendersi? E’ necessario sperimentare i presidi di difesa ed i metodi di prevenzione suggeriti dagli esperti in materia (ricovero notturno del bestiame, recinzioni elettrificate, adozione cani da guardiania) consapevoli che nessuna misura preventiva è in grado di annullare completamente l’attività predatoria del lupo e che è necessario, soprattutto nel territorio della Lessinia, un adattamento continuo delle misure nel tempo e nello spazio, in modo da poterne valutare l’effetto e l’efficacia e rendere tutti i dati oggettivi.
Nel frattempo le mandrie hanno ricominciato a popolare gli Alti pascoli, gli operatori continuano a registrare le predazioni occorse preparandosi all’arrivo entro breve, della nuova cucciolata.

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