partire sono partita, mi trovo a Ulan Bator,
sellare, ho sellato poco: per rientrare dalla bottega del fabbro. fare qualche prova dell’equipaggiamento e scoprire i nomi dei cavalli.
Per il resto ci sono stati molti ritardi. I documenti per i cavalli mi hanno obbligata a correre su e giù per la capitale. Finalmente da martedì sono nelle mani di una persona che non si arrende davanti a niente e la prospettiva di partire davvero comincia a materializzarsi.
Dovrò ridimensionare l’itinerario e tirare dritto a Tsaganuur di Bayan Olgi rinunciando a tornare dagli uomini renna. Il visto per la Mongolia è di tre mesi e da lì non si scappa. All’Ambasciata italiana di Ulan Bator sono stati rigidissimi.