2018_06_27 Zagast
Sembrava di salire verso il niente di niente. Una valle intera di pascoli con un ruscello argentato in fondo. La traccia saliva sulla sinistra orografica.
Un salto della valle con due tornanti e una cascatella.
Un altra valle di pascoli e gher da tutte le parti: isolate, a due a due, gruppi di gher. Acqua buona di una sorgente e il ruscello che continua a cantare là in mezzo.
Il passaggio per superare il salto di rocce lo avevo riconosciuto a malapena, altrimenti sarebbe sembrata una parete inespugnabile. Le paludi che abbiamo attraversato prima del colle sono una barriera altrettanto selettiva.
Quella valle pizzicata là in mezzo dove potrebbe non esistere niente mi ha ricordato la Valle incantata delle leggende walser. Qui però l’accoglienza è stata totale e generosa per i cavalli e per me.
La famiglia che mi ha indicato dove accamparmi non mi ha lasciata finché non sono andata a prendere un tè nella tenda. Era un tè con tantissimo latte, quello che ci voleva dopo il temporale!
Mentre ero nella tenda diluviava. Sul rosone centrale non c’era niente che proteggesse l’interno della tenda e l’acqua cadeva sulla stufa calda sfrigolando in vapore.
Sono andata a montare il telo in mezzo ad Azimuth e Tgegherè. Altankhutga scuoteva la testa e voleva convincermi a dormire nella gher.
– no Altankhutga! Grazie, questa è la mia casa per quest’anno e ci sto davvero bene!
Non mi credono mai finché non mi vedono al mattino: mentre mi bevo il mio caffè sotto il telo senza uscire dal saccopelo quel niente di riparo sembra un castello.
Cavalli all’abbeverata. Cavalli in partenza, mandria di yak in arrivo. Mungitura. Mandria di yak in partenza, cavalli in arrivo.
Altro tè. Impossibile rifugiarmi nel mio angolo, succede sempre qualcosa o arriva sempre qualcuno.
I cavalli sono sellati per tutto il giorno, pronti a partire per andare da qualsiasi parte. Le due ragazze sono tornate in sella, quando era ormai quasi buio. Sembravano felici e i cavalli anche.
-Saikh amraré!