É arrivato un vento con un sibilo nuovo. Piovigginava e ho montato il telo vicino a un larice. Al mattino la punta di ogni filo di erba era arrossita con un bordo giallastro e le cimette dei rami impallidiva già di quel brivido che annuncia il cambio di stagione.
É bastato il tempo di una notte per cambiare tutto, proprio quando sono arrivata in città.
Stanotte ho dormito in un box per cavalli, l’estate della Repubblica di Altai é finita, il sole lancerà ancora qualche tiepido sorriso, ma devo modificare molte cose. Azimuth non può continuare il viaggio e sto cercando un altro cavallo. Tgegheré ha passato la prima notte della sua vita in un box, mangiando fieno e sembra a suo agio. Pioveva e piovigginava e noi eravamo qui all’asciutto. Le alture intorno alla cittadina erano spruzzate di bianco questa mattina.
Qui ci sono persone giuste disposte a fare il possibile per permettermi di rientrare in carreggiata con tutto l’occorrente per proseguire con questo clima. Il direttore del maneggio e la direttrice della scuola pony hanno ascoltato la mia storia e si stanno prodigando in ogni modo per il viaggio. La Russia é abitata da gente operativa che trasforma le parole in azioni.
So che da qui in avanti dovrò accantonare il lato più selvaggio del viaggio, ma sono anche contenta di andare il più possibile a fondo di quello più umano. Vediamo cosa ci porterà la nuova stagione.
ps: prometto che quello che é successo da quando ho messo piede nella Mongolia occidentale a quando ho passato il Katuhn per entrare in Altaski Krai lo scriverò più avanti adesso ricomincerò da dove sono, con i cavalli che ci sono e da chi sto incontrando. Questa Russia mi sta dando molto. La frattura che separa questa stagione dall’estate in Mongolia assomiglia a un baratro. Non mi sento di colmarlo con impressioni a caldo.