Era appena iniziato l’autunno quando ho conosciuto Maria. Lei è la moglie del pastore ortodosso di un piccolo villaggio a sud di Mosca. Lei è iconista: il suo mestiere è quello di rappresentare il divino. L’ho vista all’opera nell’abside della chiesa del monastero di Karabennikovo in Altaski Krai. La dolcezza di quel momento non mi ha più abbandonata. Stava dipingendo le pieghe dell’abito di un angelo in una lunetta. Ancora senza volto l’angelo la circondava con le sue ali. Fuori faceva freddo e lì faceva caldo, fuori le foglie cadevano e lì, in un barattolo di colore bianco, sembrava nascere luce.
Ogni giorno un passo di pulce verso la luce, a Bardonecchia, sul confine tra Francia e Italia, questo era l’augurio che ci si porgeva a santa Lucia. La luce del giorno che sa passare al di sotto del più fitto strato di nubi senza che nessuno se ne accorga, è un dono così bello, non riesco a trattenere la gioia! Fino ad oggi il pelo dei cavalli è cresciuto per foderarli della giusta pelliccia e permettergli di vivere all’aperto. Ho ammirato questa trasformazione ogni giorno da settembre in poi, a inizio novembre Tgegherè aveva la schiena coperta di riccioli. Adesso che i monaci si occupano di lui e Custode pregando per tutti e anche un po’ per me, non riesco a immaginare come possa essere diventato.
Gli inverni in Mongolia sono terribili: certe volte il termometro scende a meno quaranta con un vento del nord di cento chilometri all’ora. Lui ha vissuto otto inverni mongoli all’aperto, senza un riparo. Adesso è con Custode poco distante dal Volga e ha un riparo e del fieno, ma credo che entrambi abbiano nostalgia della loro libertà. Chissà se i riccioli hanno continuato a crescere. Lo scoprirò a fine gennaio, quando finalmente potrò tornare in Russia. Da oggi uno per volta, tutti i peli del sottopelo invernale cadranno, finché i loro mantelli torneranno lucidi al sole e non vedo l’ora di regalare a entrambi una bella galoppata nella neve. Il solstizio è lo stesso momento per tutti: quei due cavalli, ogni persona di questo mondo, i semi nella terra e le gemme sugli alberi tirano un sospiro di sollievo. Più buio di così non può diventare. La luna di questo solstizio già rischiara la notte.