2018_05_12 Naillakh
arrivati all’aeroporto alle sette del mattino dell’11, ci siamo subito imbarcati nella ricerca del ferro passando da un magazzino all’altro. Nessuno aveva delle barre di 20 x 10, ma ci hanno proposto tutti i più svariati collage dicendoci di essere l’unico magazzino della città.
ci siamo rassegnati a farcele tagliare da una piastra spessa un centimetro, un ragazzo ha preso un flessibile e le ha tagliate a mano libera con tutti i risvolti artistici del caso!
il fabbro che ci ha messo a disposizione la sua officina era un kazakh con i denti d’oro e i baffi. si chiama Rakhman e sta a Naillakh, a 25km dal campo dove vivono i cavalli.
La preparazione dei ferri ha richiesto una giornata: la forgia era minuscola e il carbone era polvere di carbone con un’elevata percentuale di scorie. Rakhman ci ha messo a disposizione il suo materiale e si è imposto come fuochista al povero Andrea che metteva i ferri a scaldare come gli serviva e se li trovava spostati e mischiati in modo che fossero tiepidi sempre nel punto sbagliato.
Ogni volta che Andrea cercava di togliere delle scorie per permettere al fuoco di scaldare il ferro, Rakhman si arrabbiava. Sembrava che per lui fosse indice di qualità estrarre le barre dal fuoco tutte impanate di polvere di carbone e scorie. Andrea non ha mai perso la pazienza.
Non so se rendo l’idea del delirio di una persona che sta cercando di fare un lavoro preciso e ogni volta che deve aggiungere una carta al castello si ritrova tutte quelle già sistemate che volano per aria. una giornata per fare un lavoro che, se fosse stato da solo avrebbe richiesto tre ore.
Non importa, siamo riusciti ad andarcene con tutti i ferri in un sacchetto di stoffa prezioso come una collana di diamanti.