Il lago è a un paio di chilometri, il fiume che lo alimenta anche. Questa tenda è di quattro muri, circa 20 metri quadri. Ci abita una coppia di anziani, hanno un cavallo e degli yak. La tenda è montata qui perché per qualche mistero, ci sono meno insetti che 100 metri più in là dove è meglio non parlare perché ogni volta che si apre bocca si rischia di mangiare 2 o 3 moscerini.
Di fianco alla tenda ci sono due carri. Su uno dei due è caricato il bidone dell’acqua. Quando è ora, attaccano uno yak al carro, scendono fino al fiume, riempiono il bidone con i secchi e tornano su.
L’acqua come ce la immaginiamo non è considerata qui. La si fa bollire e si beve con tè, latte e sale. Il caffè non piace a nessuno. Si mangia con un piatto soli che è la stessa ciotola in cui si beve il tè salato. Ogni pietanza contiene gli stessi elementi: acqua, carne secca schiacciata con il fondo di un bicchiere e pasta. Ogni gher ha la sua versione originale ed è straordinario quanto siano diverse. La verdura non esiste. Gli unici vegetali che ho visto usare sono la cipolla e la patata.
Ogni tazza di tè è accompagnata dagli immancabili harold (non so come si scriva) : sorta di pastiglie di latte o yoghurt essicato molto dure che si fanno sciogliere in bocca e danno molta energia restituendo il gusto del latte che erano una volta.
Gli harold sono l’unica cosa che fa un po’ passare la sete.
L’avventura di portare l’acqua fino a qui rende conto del valore di ogni sorso.
Ogni volta che riempio la borraccia la prosciugo e mi sembra la cosa più buona del mondo.