2018_06_29 Baiasjikhin Davae
Stavo per infilarmi nel saccopelo. Il cielo era ancora chiaro ma non si distinguevano più i colori. Tgegherè ha alzato la testa e ha smesso di colpo si brucare. Vigile.
Un verso ha riempito tutta la valle trasformandosi in un canto dolce e potente. Veniva dalla direzione dove guardavano i cavalli.
Silenzio.
Rumore di galoppo sull’erba di un cavallo senza ferri.
Raggiunto il mio telo l’ombra si è fermata e non si sa come, abbiamo iniziato a parlare. Lui in sella e io seduta per terra.
-domani devi salire di là e andare sempre a ovest finché non trovi la pista.
-grazie, domani.
-dormirai qui?
È sceso da cavallo e si è sdraiato per terra.
-sì, c’è un buon pascolo (e acqua a per il caffè!)
-fa freddo!
-no, non fa così freddo! Ma tu dove vai adesso? Torni indietro?
Dopo cinque minuti di silenzio in cui ascoltavamo i rumori della notte e i cavalli brucare, si è rimesso in sella e ha proseguito.
-Saikh amrarè
Inghiottito dal buio sulla via del passo.
Silenzio.
Un verso ha riempito tutta la valle trasformandosi in un canto dolce e potente.
Silenzio di nuovo. Lo stesso canto si è ripetuto più in alto e più avanti.
Una voce mi ha indicato la via per domani.