La Russia non è la Mongolia. Quello che la gente al di qua della frontiera sa dei mongoli é che vivono nel deserto, sono dei primitivi e bisogna guardarsi da loro. Se penso a tutte le belle famiglie che ho incontrato non riesco a dare una logica a questa impressione molto comune. Se penso agli ultimi mongoli in cui sono incappata prima di passare la frontiera, devo dargli ragione.
Per trovare un equilibrio tra queste due facce, credo che il motivo principale della differenza tra la maggior parte dei mongoli é quelli di frontiera sia dovuta alla circolarità delle loro tende, delle loro vite e delle loro stagioni. Avvicinandosi alle strade, abitando in palazzi, bazzicando sulla frontiera, é più difficile rimanere rotondi e quei mongoli che si fanno conoscere all’estero, sono quelli quadrati.
É stata una batosta scontrarmi con quegli spigoli e quando sono arrivata in Russia avevo un enorme bisogno di umanità.
Sasha e Liuba, gente di Altai. Compiti ben precisi: mentre Giovanni e Sasha andavano a recuperare la benzina per il viaggio, Luiba mi ha offerto il tè. Qui non è più salato e ci sono molte differenze, ma quel gesto mi ha rinfrancata. Di qui e di là dalla frontiera ci sono persone rotonde e quadrate. Sta a me cercare la strada più rotonda possibile.
Liuba vuol dire Amore, lei è una nonna decisa e dolce insieme. Una volta cantava ma adesso la sua voce é invecchiata e ha deciso di non cantare più. Mi é capitato di sentirla canticchiare tra sé e sé, ma credo che quando cantava, fosse un’altra cosa.
Sasha é di quei tipi di persone che aggiustano qualsiasi cosa anche se non ci sono pezzi di ricambio. Il cortile ha diverse aree coperte e ognuna racconta una piccola attività in miniatura: legno, ferro, ferramenta. Da una specialità all’altra, Sasha deve fare otto passi.
Sul lato dei recinti delle capre c’è l’unica porta chiusa a chiave. Lí Sasha scolpisce intarsiando le ossa con il coltello e svelando cigni, fiori, cavalli e stelle che fino al suo tocco magico erano invisibili per chiunque altro.
I figli hanno le loro vite ma girano per casa dando una mano. Valora e sua moglie Suraya raccoglierann il fieno per le capre di Sasha é Liuba, appena finiranno di riporre il loro. Ogni giorno passano a salutare e portano quello che può servire da Kosh Agach.
I nipoti vanno e vengono con gli altri ragazzi del paese e non si capisce mai chi abita dove.
Altai. Un’altra lingua che non è il russo e in alcune parole mi ricorda il mongolo. Lo sciamanesimo é sopravvissuto al secolo scorso ed è molto sentito. Il cielo é vicino in questo pezzo di Russia. Ghiacciai scintillano al sole sui due versanti della valle che porta qui e fiumi e torrenti corrono i fianchi di queste montagne dissetando migliaia di animali al pascolo.
Solo dopo aver bevuto il tè di Liuba si é rotto l’incantesimo che mi impediva di vedere tutte queste cose. Un tè rotondo.