“Le strade che collegano il mondo abitato, sono confini che isolano mondi a sé stanti, in cui non c’è nessuno. La rotta di un viaggiatore a cavallo nel XXI secolo, ne tiene conto per scoprire i varchi dove attraversarle, subendo il meno possibile la loro corrente, impetuosa o tranquilla a seconda dell’orario e delle dimensioni dei centri che collegano.
In tempi andati, non così lontani ma estinti, i cavalli viaggiavano sulle strade. In quest’epoca conviene evitarle.
È successo che, guardando come evitare le strade, come erano fatte le montagne e dove passavano i fiumi, sono andata a finire su antiche rotte in disuso, nascoste oltre il confine del traffico.
Le strade non sono sempre state negli stessi posti ma le mete sì.
Gli animali hanno bisogno delle stesse cose da sempre, a maggior ragione quando lavorano.
Hanno bisogno di cereali, pascolo e acqua, di riposare al riparo dal vento e dal fulmine, di sostenere il minimo dislivello possibile.
Tenendo conto di queste esigenze e della geografia, non ci sono tante possibilità, ci si ritrova a camminare su pietre consumate dal logorio di altri passi. Anche dove le antiche vie di collegamento sono ormai cancellate dall’abbandono, hanno lasciato delle tracce.”
da Campo di Stelle a cavallo a Santiago