dirette al colle per sentiero che si svelava a ogni curva in mezzo a foresta mista di faggi e abeti
il colle: una fessura tra montagne ardite
discesa per antica strada militare. tracce di confine della prima guerra mondiale
tagli della carrozzabile per non dimenticarsi della realtà e finire sulla pista delle radure dove il fiume cambia colore ad ogni curva e le montagne contro il cielo sembrano non finire mai.
Piove e smette e ripiove e poi rismette
la pista che diventa sentiero da Kraniska Gora ai laghi di Fusine è solo un fine tappa in cui continuano a rivivere momenti del colle di Vrsič.
e adesso siamo in questa radura circondate da una foresta in cui i tronchi di abete sono più fitti dei fili d’erba di un bel prato..e il bel prato c’è!
Siamo al punto di partenza, in mezzo al Triglavski Narodne Park, da queste parti era stato messo il radiocollare a Slavcz, di lupi su questo versante non ce ne sono se non di passaggio, ma c’è chi li monitora da anni.
I primi lupi che hanno mostrato la loro presenza qui a Trenta sono apparsi nel 2005 2006. Era una coppia, il segnale è stato dato dalle numerose prefazioni di selvatici e dalle tracce. Anche i turisti li hanno visti in coste meno frequentate. Poi si sono spostati intorno a Stara Fuzina, in una zona dove c’era un numero considerevole di mufloni. Era inverno e oltre ai mufloni c’erano molti altri selvatici molto tranquilli intorno alle griglie di foraggi amento. Nel giro di poco erano rimasti cinque o sei mufloni.
Per il progetto Life Wolfalps, come presso tutti gli altri enti coinvolti, dedichiamo un giorno al mese a seguire tracce e prelevare fatte e urina nella neve. Il giorno del mese in cui questo accade è lo stesso per tutti gli operatori da una parte all’altra delle Alpi.
genere dopo un paio di chilometri che segui una traccia, trovi dell’urina, in inverno sulla neve è facile da riconoscerei e isolare. Campioni e informazioni vengono monitorati dal progetto.
Come formazione c’è stato un corso a Kocevje, nel sud della Slovenia, dove c’è la popolazione più numerosa di lupi.
In Slovenia esiste la pratica del l’abbattimento dei lupi in eccesso scegliendo di eliminare quei soggetti che danno più problemi all’allevamento o alla popolazione, si riduce di molto il problema del bracconaggio.
La popolazione di lupi non numeri fastidiosi e quindi gli esemplari da abbattere non sono molti, ma è contemplata la possibilità.
Il ministero dà numeri diversi per età e sesso degli animali da abbattere diverso per ogni specie e sono i cacciatori ad occuparsene. Ogni animale abbattuto viene misurato è pesato da un ispettore fino ad esaurimento di ogni categoria.
I cacciatori si tengono il trofeo, molti vanno con clienti che vengono da altri paesi.
Solo i pastori sono nettamente contrari alla presenza di grandi carnivori insieme ad alcuni abitanti di piccoli centri che li vedono aggirarsi per i paesi per mettere il naso nella spazzatura. Come danni i cervi non sono da meno, e danno altrettanto fastidio perchè spazzolano gli orti e scendono ai pascoli prima che salga il bestiame mangiando l’erba più tenera.
In novembre l’altro guardaparco che lavora su questo versante del Triglav ha avvistato una traccia, ma è stato un caso isolato, non sono più tornati.
Orso e lupo convivono negli stessi ambienti senza infastidirsi a vicenda, qui l’orso c’è ed è stabilmente insediato, il lupo no.
Il fatto che la popolazione di cervi sia in costante aumento fa pensare che anche qui stia per tornare il lupo.
“Sentieri da lupi”: un viaggio a cavallo dal Triglav alle Alpi Marittime per scoprire le Alpi.. parlando di uomini e lupi!
di Irene Borgna
Il 4 giugno alla sede del Parco Nazionale del Triglav comincerà un’avventura riguardante uomini e lupi. E’ uno straordinario viaggio a cavallo attraverso l’attuale areale del lupo nelle Alpi per raccogliere dichiarazioni e racconti da chi è coinvolto direttamente dalla presenza del lupo. Paola partirà dal Parco Nazionale del Triglav in giugno per raggiungere il parco delle Alpi Marittime alla fine di agosto.
Paola Giacomini e la sua cavalla Isotta (Isotta Raminga è il suo nome completo) viaggiano insieme da più di dieci anni. Isotta è una piccola cavalla di montagna abituata a terreni difficili. Paola è uno spirito libero e curioso, amante della vita all’aria aperta e ha pubblicato nel 2015 il suo primo libro riguardante il loro viaggio a Santiago di Compostela.
La prima tappa del viaggio passa attraverso il Triglav National Park sulle tracce di Slavcz, il lupo che ha cominciato a coinvolgere diverse realtà che sono interessate dai lupi su tutte le Alpi.
Il resoconto degli incontri e delle interviste raccolte lungo la strada sarà tema di discussione del blog del sito www.sellarepartire.it
“Wolf’s trails”: a horseback trip from Triglav to Maritime Alps to discover the Alps… talking about men and wolves!
Irene Borgna
On the 4th of June at the headquarters of the Triglav National Park an adventure about Alps and wolves will begin. It’s an extraordinary horseback trip through the current distribution area of the wolf in the Alps to collect statements and stories from those who are directly involved by the presence of the wolf. Paola will start from Triglav National Park in June and reach the Maritime Alps Park at the end of August.
Paola Giacomini and her mare Isotta (“Wandering Isotta” is her full name) have been traveling together for over than ten years. Isotta is a small mountain horse accustomed to difficult terrain. Paola is a free and curious spirit, loves outdoor life and published her first book about her travel to Santiago di Compostela in 2015.
The first stage of the journey will pass cross the Triglav National on the trail of Slavcz , the wolf who started from between different realities which are interested on wolf all over the Alps. The reports of the meetings and interviews that will take place along the way will become discussion material for a blog on the website www.sellarepartire.it.
Erano lì: quattro cuccioli che giocavano. Non c’erano adulti in vista ma probabilmente non erano distanti. E’ arrivato un cervo e i cuccioli gli sono andati incontro per colpirlo. Lui ha abbassato la testa colpendoli con il palco e loro sono scappati con la coda tra le gambe e si sono rimessi a giocare un po’ più in là.
La prima volta che abbiamo avuto la sensazione che ci fosse il lupo è stata quando abbiamo trovato un camoscio sparato e il giorno dopo c’erano solo più poche ossa.
Qualche tempo dopo c’era un cinghiale morto per qualche motivo era caduto da un dirupo. Dopo qualche tempo c’era solo più la spina dorsale. Se il lupo trova qualcosa di già pronto preferisce star comodo, perché correre?
In genere non va a cercare i cinghiali ma animali più semplici da cacciare, credo che da queste parti preferisca i cervi e i caprioli. I cervi non sono una preda così facile, in genere quelli abbattuti sono anziani o già feriti, le carcasse di cervo si trovano soprattutto in periodo di caccia, manca il palco che è interessante come trofeo. I cacciatori non hanno un conteggio diretto delle perdite dovute alla presenza del lupo ma gli dà fastidio. Per me la loro è più una paura che una realtà.
Le volte che l’ho incontrato non lo stavo cercando. E’ successo diverse volte.
La prima volta che è successo stavo camminando e ci stavamo venendo incontro sullo stesso sentiero. Poteva essere una decina di anni fa. Ci siamo scontrati ed scappato via. Gli ho rovinato anche il pranzo, stava mangiando un camoscio. Non è tornato a finirlo, siamo tornati dopo qualche giorno ed era rimasto lì. Era passato qualcuno a due gambe che si era portato via la testa per prendersi il trofeo ma lui non era tornato.
L’arrivo del lupo ha cambiato completamente la geografia degli animali. Negli ultimi anni prima che tornasse tutti si ricordano di grandi assembramenti di cervi che si erano abituati a frequentare sempre le stesse zone e scortecciavano alberi in grande numero. Da quando è arrivato il lupo questo non succede più. Si spostano in continuazione perchè sono incalzati dal lupo. Adesso li si trova ovunque. Fanno più danni i cervi, soprattutto quando entrano nel mio orto.
Negli anni in cui è tornato c’era un numero esagerato di mufloni e stavamo facendo un piano per abbatterne un certo numero. Da quando è tornato il lupo il problema si è risolto da solo.
Camosci predati ce ne sono ma meno.
Con i domestici non ci sono grandi problemi sul versante valsusino dove non ci sono pecore, in val Chisone invece ogni tanto prende qualche pecora. C’è Fulvio che le guarda notte e giorno e anche qualche caso particolare: come è tornato il lupo al colle delle Finestre sono comparse venti pecore e due cani maremmani. Quando arrivavi li trovavi appostati all’ultima curva e passavano la giornata a rincorrere i ciclisti mentre le pecore pascolavano altrove. Non so a cosa gli servano, forse a farsele mangiare dal lupo.
Il lupo si è estinto nelle Alpi in un momento in cui la montagna era abitata in ogni anfratto. Adesso ci sono dei posti dove la gente non va neanche volendo. Ci sono posti in cui non ci si riesce più materialmente a infilare.
Oggi l’abbattimento può essere una soluzione nell’immediato. Quando si elimina l’esemplare che ha preso di mira le pecore di un allevatore in particolare, si risolve momentaneamente il problema ma è una soluzione temporanea.
Se sparo al cervo che mi mangia l’insalata, non risolvo il problema perché domani ce ne sarà un altro.
è anche vero che i predatori sono più vulnerabili perchè sono in numero più ridotto. Il lupo ha dimostrato di sopravvivere molto bene. Negli ultimi anni si sono trovati molti lupi morti per diverse cause eppure il numero di esemplari rimane costante.
Se voglio far crescere l’insalata del mio orto, devo proteggerla, se i pastori vogliono allevare le pecore, devono proteggerle. E’ sempre stato così. In Appennino, dove ci sono sempre stati i lupi hanno sempre tenuto conto del lupo e non è una tragedia.
C’è chi ha paura dei ragni, chi ha paura dei serpenti e c’è anche chi ha paura del lupo. Il lupo è una bestia.
Adesso che la strada che ho percorso è esistita davvero, so di aver percorso 2191 km in 79 giorni con un dislivello medio di 1540 metri al giorno.
La collezione di incontri straordinari tessuta dal filo dei nostri passi è stata un’arazzo di poesia e forza di cui ringrazio il cielo e la buona magia che ci hanno accompagnate. Isotta è in splendida forma. L’ultima ferratura di Andrea Pomo ci ha permesso di arrivare ma non solo: ha messo i piedi di Is in condizioni tali da guarire da tutti gli acciacchi precedenti senza fermarsi. Lei è così in forma che adesso lasciarla al prato sembra quasi un delitto. Alimentazione e strada l’hanno rinvigorita nonostante il carico. Lo sguardo con cui ammirava il panorama una volta giunti ad ogni colle mi convince che anche lei abbia goduto della bellezza del mondo che abbiamo avuto l’onore di attraversare. Il modo in cui assaggiava e sembrava commentare l’erba di ogni pascolo delle Alpi, mi ha dato l’impressione che anche per lei la curiosità di scoprire dove saremmo arrivati fosse collegata a qualcosa che le faceva piacere. Compiere un’impresa del genere e arrivare in fondo con la cavalla in ottime condizioni era la più grande incognita è adesso è la più grande soddisfazione. Isotta ha venticinque anni, è forza e dolcezza, ci siamo accudite a vicenda per tre mesi e le Alpi sorvegliavano questa alleanza. Senza poesia nessuna forza sarà mai sufficiente a compiere la piú piccola impresa. Questa era una grande impresa.
Giugno
4-6 Julische Alpen (Slovenia)
5 – 7 Gailtal (Austria)
9 -10 Carnia
10 – 11 Piave
12-14 Cortina d’Ampezzo
15 – 17 Pale di San Martino
18 – 19 Ortigara e Altopiano dei Sette Comuni
20 – 25 Lessinia
26-27 laghi di Garda e di Tenno
28 -30 Adamello Brenta
Luglio
1-5 Val Camonica
6 – 9 Bernina
10 – 14 Val Chiavenna
15 -19 Val di Sole
18 -22 il Rodano
23-27 Monte Bianco
29- 31 Vanoise
Agost o
1 Vanoise
2 Moncenisio
3-11 Val di Susa
11-12 agosto : Queyras
16 Rore
17 Elva, colle San Giovanni
15-19 Pellice, Po, Maira, Grana, Stura
20-22 Ubaye
23-25 Mercantour
26-28 valle delle Meraviglie, colle del Sabbione per Entracque
Lo chiamano colle. Il punto che corrisponde a quel nome è semplicemente quello più elevato di un vasto pianoro erboso sospeso tra la Francia e l’Italia. Per decine di anni l’unico abitante umano della Valle Sospesa è stato Joseph. Saliva lassù con le pecore appena dopo il solstizio d’estate e scendeva appena prima dell’equinozio d’autunno. è salito per la prima volta lassù a quattro anni come garzone. Aveva una moglie e un figlio che non salivano mai e un migliaio di pecore, poi ottocento, poi cinquecento. Con l’età aveva dovuto diminuire il carico di animali perchè non riusciva più a spingersi ai pascoli più inaccessibili.
Aveva anche un cavallo per portare viveri e sale. Era un cavallo che sapeva la strada per la boulangerie del paese sottostante. Quando le scorte di viveri erano al limite, Joseph prendeva il basto dalla piccola tettoia di assi dietro alla capanna di pietra e lo imbastava, assicurava le borse agli appositi ganci e lo mandava giù da solo con la lista della spesa e i soldi. Il cavallo scendeva un passo dietro l’altro e arrivava in paese. Il boulanger caricava le borse con quello che c’era scritto sulla lista, prendeva i soldi, lasciava il resto e il cavallo ripartiva senza fermarsi fino alla capanna di Joseph.
Di notte le pecore stavano in un recinto su misura di rete elettrificata. Non avrebbe potuto starcene una di più. Quando era ora spostava il recinto, affinché stessero sul pulito e a fine estate intorno alla capanna si vedevano tutti i cerchi di erba pestata.
Un giorno in quelle valli è tornato il lupo. Il dipartimento assegnava ai pastori dei cani da guardiania per difendere le greggi. Joseph non lo aveva voluto perchè dal colle passano troppi turisti e non si sentiva di correre rischi.
– Allora come fai?
– Come ho sempre fatto.
– e come?
– quando c’è qualche pecora vecchia, ferita o malata, di notte la lascio fuori dal recinto e il lupo prende quella.
Un giorno si era accorto che il lupo era arrivato. Era uscito dalla capanna, aveva sparato due colpi in aria e il lupo se n’era andato.
– ma l’hai preso?
– no, rischiavo solo di prendere una pecora
– ma se la gendarmerie sentiva i colpi, come ti giustificavi?
– tutti lo sanno chi è Joseph, la gendarmerie non mi avrebbe detto niente
Posso dire queste cose solo perchè Joseph è morto, altrimenti non lo farei.
Lo hanno trovato una mattina di fine luglio steso sereno davanti alla porta della capanna. Aveva settantacinque anni. Ogni sera usciva a guardare il tramonto dopo cena. Quella sera aveva già cenato.
Mi è sempre sembrato di vederlo morire così, davanti alla porta, guardando il tramonto sulla valle sospesa, scavata anticamente dal grande ghiacciaio.
“Qualunque migrazione di nomadi richiede l’organizzazione precisa e flessibile di una campagna militare. Alle tue spalle l’erba sta avvizzendo. Davanti a te la neve può bloccare i passi.”
– B. Chatwin-
adesso i bucaneve fioriscono, la neve libera i passi..
è successo che a presentare ‘Campo di Stelle’ ci fosse Giovanni Lindo Ferretti.
Il discorso è stato vasto. Un viaggio a cavallo è diventato la scusa per raccontare l’uomo a cavallo. La scelta di questo mezzo: un modo per attraversare la storia percorrendo la geografia. Il legame tra cavallo e cavaliere, nelle sue parole è diventato quasi solido. Isotta non c’era ma sembrava quasi che fosse scesa anche lei dal treno a Santa Maria Novella: se c’era paola, per forza doveva esserci anche Isotta.
Isotta e paola in questa presentazione sono diventate un modo di essere e il racconto una successione di episodi e incontri uno dietro l’altro come i passi accumulati dopo una giornata di cammino.
Martedì dieci maggio duemilasedici alle ore ventuno
Giovanni Lindo Ferretti presenta il libro Campo di stelle
alla biblioteca delle Oblate di Firenze
Diluvi, giorni e giorni di acqua e temporali.
Un invito.
Il giorno dopo scavalcavamo sotto la pioggia da Massa a Reggio Emilia.
Quel pomeriggio Isotta è stata all’asciutto nella stalla dismessa delle pecore del nonno, in casa ogni angolo faceva trasparire cura, la stufa era accesa e abbiamo mangiato un boccone.
Un bardo vive in quella casa di pietra e di legno che è della sua famiglia da tempo immemorabile. Al piano di sopra ci sono scaffali e scaffali di libri e due poltrone. Ci siamo seduti lì, circondati da tutte quelle storie di tutti quei libri e ci siamo raccontati quelle che si somigliavano nei bagagli dei nostri ricordi.
Ripartendo il giorno dopo mi sono infilata un taccuino e una matita nella tasca dell’impermeabile e ogni cosa che mi è venuta in mente da lì a casa l’ho scritta. Dalla sella, dalle staffe, dal suono dei ferri sul terreno e da quegli scarabocchi è nato questo libro.
Il bardo era Giovanni Lindo Ferretti
fuoco acceso telo tirato cavallo sazio per unire nella stessa avventura uomini cavalli e montagne