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Un diario nelle bisacce, una cavalla affidabile per raggiungere ogni sera un posto nuovo, uno spazio enorme da attraversare per raggiungere Santiago de Compostela.
Santiago de Compostela è un punto nello spazio. Un punto diverso dagli altri. Un punto che attira sogni e speranze.
I cammini per raggiungerlo sono infiniti come i raggi che circondano un sole. I modi per raggiungerlo anche. Ogni anima che si mette in moto per toccare quel Confine ha la sua dose di bellezza e di tormenti e la miscela di questi ingredienti lo porta a rendere la stessa strada un universo speciale.
I cammini che ho percorso in quella direzione sono stati ogni volta diversi. Quello che li accomuna è che sono sempre partita a cavallo passando dalla Sacra di San Michele e percorrendo la Valle di Susa lungo una delle Vie Francigene per raggiungere il confine francese.
La cavalla è sempre stata la stessa e ogni volta che sello e parto continuo con lei questa strada. La progressione è sempre stata la stessa: trenta chilometri al giorno, ricerca dell’itinerario più lontano possibile dalla civilizzazione, del fieno e dell’orzo, dell’alcol per il fornellino e dei viveri, del luogo per accamparmi. Notti sul fieno di qualche agricoltore, sulle pietre o sull’erba, sempre sotto lo stesso cielo.
Questa è la storia di un modo per andare laggiù. Uno degli infiniti modi possibili.
Questa è la storia del sentimento che ha portato me laggiù. Uno degli infiniti sentimenti possibili.