A Solanovka ci eravamo fermati un paio d’ore a pascolare l’erba di Ivan. Lui è l’istruttore della scuola di volo, ma ha sempre avuto la passione per i cavalli e intorno alla casa girava la sua vecchia cavalla da gara dallo sguardo dolce e smagrita dall’età. Il grande recinto ospitava tre cavalli yakuti, razza equina in grado di sopravvivere all’aperto nei luoghi abitati più freddi della terra. All’equinozio d’autunno, nel giro di pochi giorni il loro mantello si infittisce diventando una fitta pelliccia. Uno dei tre si stava preparando all’inverno proprio in quei giorni e mi ha fatto vedere i riccioli che si stavano infittendo sulla sua schiena. Era mezzogiorno e splendeva il sole e, anche se eravamo in Siberia, non eravamo in Yakutia e il cavallo era accaldato.
mappe della Mongolia
fuga dalla burocrazia
un anno a casa
è passato un anno da quando siamo arrivati a casa. I cavalli sembrano contenti dei pascoli di qui, non so se si ricordano più di quante gliene ho fatte passare.Dopo questo strano anno della pandemia certi ricordi sembrano surreali anche a me.
Enrico, il mio allenatore di cannottaggio diceva che se superi la metà del tragitto, vuol dire che puoi arrivare alla fine. In un viaggio come quello dell’anno scorso la metà non mi ispirava ancora grandi garanzie di farcela, ma quando è caduta questa nevicata e ho avuto la sensazione che fosse l’ultima, ho tirato un sospiro e mi sono sentita carica di entusiasmo come il primo giorno. Stavamo davvero arrivando a Vyoshenskaya.
ps: eravamo arrivati all’imbrunire perché Custode aveva perso un ferro e avevo perso tempo fermandomi a rimetterlo. i cosacchi avevano organizzato tutto per il nostro arrivo e per me avevano acceso la stufa in un’isba che affacciava sul recinto dei cavalli. c’era persino un mazzolino di fiori sul tavolo. Come al solito, non mi sono sentita di lasciare i cavalli nella bufera, mettendomi al caldo e credo che se ne fossero accorti.
Longriders Guild
Mi ha scritto Cuchullaine, il presidente della Longriders Guild. Ogni volta che arriva una sua lettera, c’è un soffio di aria libera che attraversa i continenti.
Mi ha scritto per aggiornarmi sulle notizie dei longriders sparsi per il mondo in questo strano anno e per mandarmi due notizie che riguardano me, Custode e Чигээрээ: é stato pubblicato il resoconto del nostro viaggio dell’anno scorso a questo link
http://www.thelongridersguild.com/stories/Paula.htm
Abbiamo ricevuto la gilda dei cavalieri di lungo corso insieme ad altri cavalieri che hanno percorso lunghe distanze l’anno scorso
http://www.thelongridersguild.com/news.htm
Data l’unicità della missione realizzata, siamo tra i record dei cavalieri di lungo corso di tutti i tempi!
http://www.thelongridersguild.com/Records.htm
W Custode e Чигээрээ e tutte le persone che hanno reso possibile questa avventura!
La grande corsa di Custode
La festa é stata grandiosa e le giornate splendide, ma sempre più corte. A passo di cavallo, sfuggire all’equinozio é un po’ difficile, anche scendendo a sud-ovest. Custode era ogni giorno più sfavillante e Чигээрээ sempre più giú di corda. Prima di entrare a Cracovia, Katia aveva convinto tutti che dovevo assolutamente andare a Podskalany. Lí siamo stati ospiti di Antoni Zielinski. Lui era venuto a prenderci. Uomo di azione con il sorriso da signore. Lí c’è una valletta di pascoli recintati dove i cavalli hanno l’aria libera. In fondo c’è un ruscello che si attraversa a guado. In mezzo a tutti i recinti ci sono la casa con la scuderia e il campo per le lezioni. Era in corso la gara di trek e il giorno dopo si sarebbe svolta la caccia alla volpe.
Un bel prato con un melo in cima ci ha accolti. La tempesta scuoteva le cime degli alberi ma lì si stava bene.
La mattina ho portato l’equipaggiamento di Custode in selleria, sellato Custode e portato Чигээрээ nel box dove avrebbe aspettato che noi passassimo le Alpi.
Con Custode é iniziata la grande corsa per superare tutte le montagne prima della neve. Vedo la cartina prendere volume man mano che ci avviciniamo ai Tatra, scendiamo i Carpazi, attraversiamo il Danubio e ci avventuriamo tra montagne sempre più alte per arrivare alle Dolomiti.
Passato il confine tiriamo il fiato.
Antoni Zielinski ha organizzato il trasporto di Чигээрээ fino ad Egna e da lì siamo di nuovo insieme. Da qui in avanti dobbiamo solo più scivolare verso casa.
Grande festa
https://m.youtube.com/watch?v=JZjHTDcrCp4&feature=youtu.be
Era un giorno grigio di febbraio, la piazza era quasi silenziosa e l’ora precisa. La melodia dell’heinaul si infilava in tutti i portici del mercato e nelle finestre degli edifici circostanti e si interrompeva come ad ogni ora precisa.
-che succede?
-perché?
-perché questa musica non finisce?
-per ricordare la sentinella
-quale sentinella?
-il pompiere che stava di vedetta sul campanile della basilica di Santa Maria quando i tartari hanno attaccato la città
-un pompiere?
-si, allora e per molti secoli ancora, la città era tutta di legno e c’era sempre un pompiere di vedetta per avvisare in caso di incendio
-e cosa c’entrano i tartari?
-una freccia mongola ha interrotto l’allarme, quando lui ha avvisato del loro arrivo
Tartari, Mongolia, Kharakhorin, cavalli, steppa, steppa, steppa. Quello che i miei sensi hanno percepito quando ho realizzato questa storia era un viaggio enorme: quello dei mongoli. Migliaia di cavalli e cavalieri che arrivavano da est portando morte e distruzione in sella ai loro cavalli. Per me in quel momento erano solo uomini a cavallo che per migliaia di chilometri avevano cercato erba e acqua per i loro cavalli e che avevano rincorso in sella un confine sempre più lontano.
Quello che é rimasto del loro passaggio é il ricordo di una tragedia, ma anche la leggerezza dell’andare a cavallo.
Decidere di ripercorrere le loro tracce era un modo per incontrare i grandi popoli di cavalieri che tuttora popolano le steppe e di ripensare lo stesso viaggio in un’ottica di pace attraverso il linguaggio internazionale dei cavalieri.
Questa freccia me l’ha affidata Enkhbath, il sindaco di Kharakhorin, ha percorso con due cavalli mongoli quasi la stessa strada di allora, é stata toccata da genti diverse dalla Mongolia alla Polonia e ognuno ci ha visto un desiderio di pace.
Sarebbe bello che lo fosse davvero. Loro erano in tanti quando sono arrivati per combattere più di ottocento anni fa, io ero da sola, ma le persone che ho incontrato in Russia, in Lituania, in Mongolia, sono tantissime e tutte credevano nella pace.
Cracovia é un confine. L’heinaul che risuona nelle quattro direzioni ad ogni ora lo ricorda. É un confine reale, tra paesi e mentalità differenti che vale la pena di coltivare. Le differenze arricchiscono. Fare finta di essere tutti uguali é una bugia. Essere uomini e sognare la pace appartiene ad entrambi i lati di questo confine.
Spero che questa freccia che rimarrà nella torre di Santa Maria, possa ricordare questo. Siamo prima di tutto esseri umani.
Appuntamento a Cracovia
Il 16 settembre alle 12 arriveremo in piazza a Cracovia. Ci accoglieranno il comune, la casa della Cultura, il museo storico e soprattutto i pompieri della città. A loro consegnerò la freccia che mi é stata affidata da Enkhbat, il sindaco di Kharakhorin, più di un anno fa.
Abbiamo dormito sotto milioni di stelle, percorso migliaia di chilometri, incontrato centinaia di persone, superato decine di ostacoli e vissuto ogni giorno come se fosse unico. Siamo tre esseri in viaggio. Non siamo arrivati. Siamo solo vicini alla meta, ma è incredibile. Era incredibile prima e pochi ci hanno creduto. É ancora più incredibile adesso e questa è una cosa con cui non immaginavo di dover fare i conti. Quello che é vero di sicuro é che siamo qui a cento chilometri da Cracovia e che legata alla sella portiamo una freccia mongola che ci é stata affidata a ottomila chilometri da qui e che tante persone diverse l’hanno vista e toccata lungo la strada imprimendole un sogno di pace.
Foreste di grandi erbivori
Siamo nella terra dell’alce e del bisonte europeo. Foreste luminose, di quelle dove si può camminare sotto gli alberi ci stanno guidando verso sud.
La Lituania é stata una parentesi poetica che ha compensato le bruttezze della frontiera.
Buoni pascoli, begli incontri e un senso del confine nel linguaggio e nelle abitudini della gente.
Interviste che sono riuscita a ritrovare
Con molte delle persone che hanno scritto questi articoli é rimasto un bel collegamento, mentre avanzavamo verso questa inevitabile frontiera, scoprendo da un villaggio all’altro la bellezza della Russia e della sua gente.
VELIKIE LUKI
http://m.iluki.ru/news/1-190
https://m.vk.com/wall-112510789_2718001
http://luki.ru/news/575648.html
VYAZMA
https://www.google.com/amp/s/rg.ru/amp/2019/06/03/reg-cfo/italianka-peresekla-rossiiu-verhom.html
SPUTNIK
KALUGA
https://m.nikatv.ru/tv/reportazhi-video/KZz1pTZXwVEdVEl6Cbww
http://m.babr24.com/?IDE=189511
https://www.yaplakal.com/forum3/topic1961215.html
YELETZ
VORONEZH
https://news.myseldon.com/ru/news/index/210011298
https://moe-online.ru/news/society/1034856
KALATCH Россия 1 калач
Yandex PSKOV
http://m.pln24.ru/society/342786.html?utm_source=yxnews&utm_medium=mobile
https://informpskov.ru/news/298400.html
VYOSHENCKAYA
https://www.nvgazeta.ru/news/14488/549445/
MIKHAJLOVKA
http://mihadm.com/news/8638
VYAZOVKA
https://vpravda.ru/obshchestvo/v-elanskom-rayone-podkovali-loshadey-znamenitoy-italyanki-67773/
http://vlg-media.ru/2019/03/17/volgogradskij-umelec-podkoval-loshadej-hrabroj-italjanki/
SARATOV
http://pobedniy-allure.ru/2019/03/05/путешествие-итальянки-паулы-в-циксе/
YASTREBOVKA
https://saratov-room.ru/puteshestvennitsa-iz-italii-dobralas-na-loshadyah-do-saratovskoj-oblasti-87231
http://www.goldmustang.ru/news/9292.html
https://www.sarnovosti.ru/mnews.php?ID=113960
https://news-life.ru/189917782/
BARNAUL