Sulle tracce dei Tartari
dalla Mongolia alla Polonia
500 giorni in sella tra Asia ed Europa
Un sogno: quello di attraversare a cavallo l’Asia e l’Europa costruendo un ponte ideale tra le due culture attraverso il linguaggio internazionale dei cavalieri.
Una volontà: quella di accostarsi alla vita quotidiana degli avamposti più sperduti della steppa.
In questa impresa, porterei con me una freccia mongola. Una volta a Cracovia, vorrei donarla alla città.
1241, Cracovia, una tromba desta l’allarme: i tartari sono alle porte. |
Chi sono
Mi chiamo Paola Giacomini. Classe 1979, laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie nel 2005, operaio in montagna, guida a cavallo dal 2003. Sono cresciuta tra l’amore per la montagna dei miei genitori e corsi di equitazione alpina, accumulando conoscenze su come affrontare, a cavallo, gli ambienti più selvaggi, mantenendo una completa autonomia anche in perfetta solitudine. |
Cavalli
I cavalli saranno originari delle steppe asiatiche affinché siano adeguati all’alimentazione e al clima.
Saranno tre, dalla Mongolia alla Polonia, trasportando un soffio di vento dell’est annodato alla criniera.
Itinerario Dall’antica capitale della Mongolia, Harahorin, fino a Cracovia, dove i nomadi hanno lasciato la traccia più occidentale della loro conquista, passando attraverso la Siberia e le pianure dei grandi fiumi della Russia Europea. |
Equipaggio
Due saranno i cavalli che partiranno per quest’avventura: |
VIAGGIO
Otto ore di marcia giornaliere.
Media: 30 chilometri al giorno.
L’approvvigionamento di viveri per cavalli e persone sarà effettuato nei villaggi e presso le famiglie lungo l’itinerario.
Intendo dormire sempre all’aperto vicino ai cavalli come ho sempre fatto, finché la stagione lo permetterà.
Saranno necessarie delle pause di ordine tecnico e burocratico al passaggio delle frontiere e in occasione delle ferrature.
Si stimano 350 giornate di marcia più 140 giorni per le pause.
Muri sono crollati, paesi scomparsi. E lì dove sembra che non ci sia niente è rimasto un modo di vivere.
Di questo vorrei diventare interprete e testimone: vivendo come i cavalieri nomadi, stando con loro, dividendo il loro cibo e le loro notti stellate.
C’è un solo modo per tentare: partire e cavalcare per mesi, come da molti anni ormai sono abituata a fare, tra Alpi ai Pirenei. Questa volta la meta è impegnativa, tra lingue remote di popoli lontani, eppure vicini: grazie al miracolo vivente, senza tempo, del cavallo e alla tecnologia.
Nello scrigno di questo pianeta c’è il tesoro che lo può salvare; sta a chi cammina per le sue strade la scelta di calpestarlo o conservarlo.
Il 22 settembre 2017 inizierò a materializzare quest’idea, partendo per la Mongolia con l’intento di scegliere i cavalli per il viaggio dell’anno prossimo.
Strada facendo aggiornerò il blog
www.sellarepartire.it
per tenere al corrente chi sarà interessato