Conforme è una parola bellissima. Indica la corrispondenza tra interno ed esterno. Tra ciò che è e ciò che appare. Tra il valore reale e la sua capacità di manifestarsi. Verificato. Degno di fiducia.
Conformarsi è un processo evolutivo in ascesa verso l’ignoto che possediamo. Non si può vivere di sola superficie, occasionalità, e non è facile nemmeno scalfirle, tanto sono sedimentate. Noi siamo qualcosa che va al di là della convenzione sociale in cui viviamo, ma è difficile trovarsi pronti a sé.
È doloroso accedere al fondante.
La società offre, giustamente, modelli di comportamento tranquillizzanti le ansie profonde. Benedetti se e quando funzionano. Il conformismo non è che un rimedio alle potenzialità conturbanti della vita. Quieta e tacita ‘perché’ che possono assumere valenze travolgenti.
La reazione individuale, tutti gli adolescenti almeno una volta la provano, provoca una reazione contraria: l’anticonformismo. Ben misera poca cosa, meno di ciò cui si oppone, ma essenziale in quell’attimo. Subito dopo, l’anticonformismo diventa un ghetto più misero e severo del conformismo che, per la sua vastità e la sua consapevolezza storicizzabile, offre maggiori vie di scampo.
L’anticonformismo riduce la vita a una copia triste, sterile, negativa del conformismo. Quello è il suo inizio e la sua fine. Lì è inchiodato