Una sera, prima di partire per la stagione estiva, Miro passò da casa dei suoi genitori per salutarli. casualmente c’era lì anche suo fratello che insistette per regalargli un coniglio. Bisogna tenere conto che suo fratello era molto orgoglioso del suo allevamento. Per Miro, al contrario, i conigli non avevano niente di speciale e si caricò sulla due cavalli quel batuffolo nero con l’idea di metterlo in libertà quando fosse arrivato a casa. Messo in dimenticatoio questo pensiero, passò ancora a trovare degli amici, si fermò in piola a bere un bicchiere e arrivò a casa stanco morto.
Il giorno dopo prese il fuoristrada e partì per piste di montagna di cui ormai conosceva tutti i segreti e il collegamento tra le quali era la sola opera d’arte che fosse in grado di apprezzare.
Circa un mese dopo gli capitò di dover scendere in paese per fare delle commissioni e, già che c’era, pensò di far girare il motore della due cavalli. Si mise alla guida e al primo colpo la macchina, abituata a passarsi l’estate a riposo, partì senza fare una piega. La stranezza era un rumore che veniva dal sedile posteriore, non un rumore continuo: un rosicchiare che si interrompeva ogni volta che Miro si voltava a guardare.
Senza pensarci troppo fece quel che doveva fare in paese e solo tornando a casa vide nello specchietto retrovisore due orecchie nere dritte dietro di lui.
-Il Coniglio!-
Nessuno saprà mai come fece quella bestiolina a campare per un mese in un’auto senza che nessuno ci badasse. E’ vero che Miro aveva nel portabagagli pane duro per i cavalli e oggettistiche insolite che all’occorrenza avrebbero anche potuto diventare commestibili ma un mese è lungo e la faccenda ha dell’incredibile. Ripresosi dalla sorpresa, Miro lo mise in libertà all’ingresso del pascolo delle capre, mettendo in pratica le sue intenzioni di un mese prima.
Pensando di non rivederlo mai più, se ne tornò in montagna.
Scese solo con la stagione della caccia poichè era il momento dell’anno in cui di solito spostava le capre nel pascolo autunnale. Quella sera dette solo una rapida occhiata col binocolo per controllare che fossero tutte lì ma il mattino dopo, salendo in cresta per portarle via le vide bene stagliarsi contro il cielo. Una due tre… quindici e là dietro in fondo alla fila arriva saltando da una pietra all’altra anche il coniglio. Una delle capre aveva perso il capretto pochi giorni prima che Miro lo liberasse e lei aveva adottato quel piccoletto che aveva trovato il sistema di nutrirsi con il suo latte imparando a fare la capra.
Il coniglio è scomparso solo quest’anno dal pascolo di Miro dopo quattro anni di vita da capra, nessuno ha più saputo nulla di lui, è vero che potrebbe essere morto ma dato il personaggio singolare che era, potrebbe anche avere messo le ali.