LE ALPI DELLE REGOLE
Qui ogni foresta e ogni pascolo sono sotto l’amministrazione delle Regole. I confini di ogni Regola sono quelli di un certo numero di famiglie che decidono collettivamente come gestire il territorio.
Scendendo dalle sorgenti del Piave si raggiunge una serie di boschi e pascoli trapuntati di mandrie e villaggi e le fontane in mezzo alle case e ai prati dissetano la gola di animali e cristiani.
In tutta la Val Venzenda e Venzasa non ho visto neanche un recinto. Gli animali appartengono alla collettività e non serve controllare confini di proprietà. Sembra la valle incantata. Lì ho sentito per la prima volta la parola ‘Regole’ mentre Isotta infiltrata brucava l’erba di quei pascoli.
Un passo dopo l’altro siamo arrivate a Cortina D’Ampezzo. Lì di Regole ce ne sono due: una per versante. Viene fuori un’altra importante caratteristica: le dimensioni dell’area sotto il controllo della stessa collettività sono discrete ma non esagerate in modo che il controllo sia veramente capillare e che il numero di famiglie che fanno parte del consiglio non sia troppo elevato anche per riuscire a tenere insieme le teste che ne fanno parte. Possibilità e bisogni: famiglie più numerose hanno più necessità ma danno anche più energia.
La collettività è amministrata da un consiglio di cui fanno parte tutti i capi famiglia. Il diritto di parola è solo degli uomini o della sorella maggiore in caso non ci siano fratelli e conserva questo diritto solo se sposa un uomo di Cortina.
È vero che sia il Friuli che il Trentino sono regioni in cui sovvenzioni e premi sono superiori alle altre, senza soldi da investire non sarebbe possibile sostenere certe spese. Il fatto che l’obiettivo delle Regole sia di tenere in ordine boschi e pascoli affinché rendano dignitosa l’esistenza di chi ci vive ha come conseguenza che strade, piste e sorgenti siano accuditi anche per chi passa e passando da lì si percepisce la cura che sta dietro ogni pianta e animale.
Credo di essere uscita dai territori controllati dalle Regole a Paneveggio. La Foresta è sempre stata demaniale, a partire da metà del lago, dove arriva è sotto la Magnifica Comunità di Fiemme che vanta il documento ufficiale più antico: i Patti Ghebardini, che ne accerta l’esistenza è datato 1187.
È da secoli che le stesse famiglie si succedono mantenendo antiche regole e aggiornando tecniche e modelli per curare questo territorio. Funziona!