Qualcuno lo chiama tempo da lupi la nebbia appiccicata ai versanti impedisce di vedere lontano.
Lui non ha bisogno di nascondersi e con passo felpato ed elastico cammina a testa alta sul sentiero. Non aveva più voglia di stare lì con il branco. ogni volta che muoveva il naso c’era qualcuno che lo rimproverava. Prima era il gioco della scuola: ogni morso, ogni digrignare di denti e ogni zampata gli insegnavano un pezzo di vita. Poi basta: ogni volta che riceveva una zampata gli si rimescolava il sangue, se reagiva si ritrovava tutti addosso, se non reagiva si sentiva con le spalle al muro. Se n’era andato ‘senza salutare’. la Lessinia è un buon territorio di caccia ma sul versante di fronte ci sono altrettante foreste e pascoli. Certo che non sarà facile sopravvivere in solitudine: la forza del lupo è nel branco. Uno è veloce, l’altro ha fiuto, l’altro ancora riconosce trappole e imbrogli e non è lo stesso che ricorda tutte le piste e i passaggi sicuri: tutti insieme sono capaci di atterrare un bisonte. Da solo non è la stessa cosa. Partire è una faccenda da lupi. Lo raccontano tutte le storie che ha sentito da quando è nato.
Circospetto ha aggirato tutti i posti che gli sembravano pericolosi, ha provato a cacciare da solo e ci è riuscito sopravvivendo per monti e valli fino al passo Rolle. Da lì si entra in un territorio ricco di selvaggina e di pascoli. Per qualche motivo che sa solo lui, quella valle gli è congeniale, è una valle dove riesce a cavarsela da solo. Si è fermato lì e adesso scoprirà cosa significa trovare le risorse di cui ha bisogno. Sa che formare un nuovo branco sarebbe la sua salvezza.