Il primo incidente era stato prima di salire sul Brenta.
Per fortuna eravamo ancora a tiro della valle dell’Adige ed Enrico Tita, maniscalco che avevo conosciuto il giorno prima, si è inoltrato per quella sterrata, raggiungendoci per rimediare al guaio.
Isotta aveva messo un piede in una canalina di quelle che fanno scolare l’acqua dalle strade sterrate. Era rimasta incastrata e per liberarsi aveva strappato tutto. Ferro e unghia. Il ferro era messo bene e l’unghia di metà piede era rimasta attaccata insieme ai chiodi. Bel guaio. Il ferro raddrizzato sull’incudine non era più lo stesso, ma almeno era attaccato. Mentre lo aspettavamo avevo fatto a pezzi una cinquantina di pietre cercando di far leva in fessure di quella roccia inconsistente che è la dolomia. un’incudine è un’incudine, nelle bisacce non ci sta. Robi Kinder, la zazzera bionda sulla destra si porta dietro un’accetta senza manico e si è sempre trovato bene, io avevo un povero segaccio con il manico di plastica. per chi volesse informazioni su attrezzature e percorsi del Brenta orientale, consiglio di affidarglisi ciecamente.