ci sono giorni in cui bisogna inventarsi tutto. quel pomeriggio avrei voluto fermarmi sopra Timau e invece avevo impiegato due ore a percorrere due chilometri di un sentiero ben segnalati sul terreno e ben segnato sulla cartina. Isotta era bella riposata: finchè sono ferma a tagliare alberi caduti lei se la gode. Quando siamo uscite da quel dedalo la pioggia era fine e sotto gli alberi non passava. Per me ho montato il telo, per lei bastavano le foglie. Pensavo di essere sazia di avventure ma il sentiero dopo Timau era proprio crollato e l’unica alternativa era la strada carrozzabile diretta al Plocknerpass con due eterne gallerie mozzafiato e lo zig zag successivo che sulla cartina era tratteggiato non prometteva niente di buono. Ci ho provato lo stesso e Isotta ci ha messo tutto il suo ingegno perchè nel giro di poco la debole traccia è diventato un fuoripista per salire al di sopra di una frana di massi. Quando siamo atterrate sulla sterrata del quarto tornante ci siamo guardate in faccia come se gli angeli ci avessero costruito una scala per il cielo. La sera e la notte sono trascorse come un sogno mentre le nuvole infradiciavano ogni cosa senza piovere e una vecchia caserma ora utilizzata dai forestali teneva lontani i nemici dal nostro bivacco.