Un giorno sono uscita dal perimetro che delimitava la cartina di Alta val di Susa, Chisone e Germanasca. Quel foglio andava ben oltre il Monginevro e mi ha accompagnata fino in Francia. Cime e fiumi erano tutti da scoprire, la gente parlava un’altra lingua che non capivo ancora e un giorno mi sono fermata da Robi nel Luberon. Lui è un viaggiatore a cavallo ed era andato a Santiago da lì vent’anni prima. Mi ha mostrato le carte di quel viaggio, indicandomi i trucchi migliori per vedere le cose più belle, tenendomi alla larga da civilizzazione e guai. Gli appunti che mi ero presa con le sue dritte mi hanno guidata fino a Finisterre. Sulla cartina l’unica via per andare da casa sua alla tappa successiva sembrava la strada asfaltata. Lui mi ha voluto accompagnare per un pezzo e in quel tratto non c’era neanche il rumore della strada. Le nostre strade si sono divise a ovest di Cucuron. Lì il sentiero finiva e davanti a noi si vedeva una foresta uniforme senza tracce. Ha indicato un traliccio dell’alta tensione su una sella oltre la valletta e mi ha consigliato di passare dalla foresta mirando lì e che da lì avrei dovuto traguardare alla sella seguente e avanzare in fuoripista per tre valli, fino a una strada sterrata che mi avrebbe condotta al ponte sul Rodano.
Le sue indicazioni hanno funzionato alla perfezione e ho potuto farmi aiutare da tracce di animali selvatici per arrivare proprio dove volevo.
Isotta non poteva immaginare cosa avevo in mente quando mi sono avviata a piedi con lei scendendo dalla Sacra di San Michele e io non potevo immaginare quanto la sua volontà d’acciaio avrebbe influito sulla riuscita del pellegrinaggio. Quella sera siamo state ospitate da Dario e Marinella a Sant’Antonino di Susa. Loro ne avevano già viste di cose e guardavano perplessi il mio equipaggiamento: le bisacce nuove, molte cose inutili nei cilindri, un’intenzione precisa e determinata e una cavalla straordinaria che mi ha insegnato tutto quello che c’era bisogno di sapere per affrontare un viaggio così. Prima il suo nome era Isotta, in una settimana è diventata Isotta Raminga e l’equipaggiamento si è dimezzato.
Da allora non ho più potuto fare a meno di lei. Lei riconosce gli amici, i luoghi sicuri e la via dove non c’è, guarda dalla parte dove sorgerà il sole anche nelle mattine più grigie e non si abbatte mai. Riconosce i nemici e li affronta prima che io me ne accorga. Guai ad avvicinarsi a lei con cattivi sentimenti.
Lei mi ha portata a Santiago da qui, ma soprattutto mi ha riportata a casa e non si è mai saziata di strade nuove e notti di bivacco. Non è sazia neanche adesso che ha ventotto anni e si arrabbia tutte le volte che sello Custode e vado via senza di lei. Non può rimanere in panchina e non la lascerò in panchina.
Sergio Mura, un signore sardo che un giorno ha iniziato a pubblicare materiale sul Farwest americano in questo sito.
negli anni gli si è affiancata un’equipe di persone specializzate a curiosare su temi diversi relativi agli stessi luoghi e il materiale è aumentato a dismisura, generalmente corredato di autorevoli bibliografie.
Al momento, volendo sapere qualcosa di particolare sui più disparati argomenti relativi al vecchio west, consultare questo sito è un ottimo punto di partenza per avere informazioni e incontrare persone che li conoscono a fondo.
vedere la storia del mio pellegrinaggio a Santiago, vicina a così tante ed epiche gesta con tutte le loro sfaccettature, è una bella cosa.
Grazie Farwest.it
Conversazione con Enrico Camanni e Mauro Ferraris
e presentazione del libro
Giovedì 27 ottobre 2016 alle ore 18.30
Presso la Libreria la Montagna
via Sacchi 28 bis – Torino
Seguirà aperitivo / Ingresso libero
http://www.librerialamontagna.it/
Racconti di storie successe lungo il cammino di Santiago durante un pellegrinaggio a cavallo. Aria aperta, una meta da raggiungere, una strada da scoprire, sono gli ingredienti di una storia che è l’intreccio delle storie di ogni luogo attraversato e delle persone che in quei luoghi vivono. “Di fronte le cime di frontiera, i piedi sulla Terra di Nessuno, sali in sella e il confine ti rimane addosso. Non sei per terra e non sei per aria. In quel momento sei tu e sei tutti quelli che sono saliti in sella prima di te. Se non ci fossero stati, il cavallo si sarebbe forse già estinto. Sei tu e sei loro: cacciatore di bisonti, cavaliere della Tavola Rotonda e pony express, in un istante che non ti appartiene ma che puoi sentire.”
è successo che a presentare ‘Campo di Stelle’ ci fosse Giovanni Lindo Ferretti.
Il discorso è stato vasto. Un viaggio a cavallo è diventato la scusa per raccontare l’uomo a cavallo. La scelta di questo mezzo: un modo per attraversare la storia percorrendo la geografia. Il legame tra cavallo e cavaliere, nelle sue parole è diventato quasi solido. Isotta non c’era ma sembrava quasi che fosse scesa anche lei dal treno a Santa Maria Novella: se c’era paola, per forza doveva esserci anche Isotta.
Isotta e paola in questa presentazione sono diventate un modo di essere e il racconto una successione di episodi e incontri uno dietro l’altro come i passi accumulati dopo una giornata di cammino.
Martedì dieci maggio duemilasedici alle ore ventuno
Giovanni Lindo Ferretti presenta il libro Campo di stelle
alla biblioteca delle Oblate di Firenze
Diluvi, giorni e giorni di acqua e temporali.
Un invito.
Il giorno dopo scavalcavamo sotto la pioggia da Massa a Reggio Emilia.
Quel pomeriggio Isotta è stata all’asciutto nella stalla dismessa delle pecore del nonno, in casa ogni angolo faceva trasparire cura, la stufa era accesa e abbiamo mangiato un boccone.
Un bardo vive in quella casa di pietra e di legno che è della sua famiglia da tempo immemorabile. Al piano di sopra ci sono scaffali e scaffali di libri e due poltrone. Ci siamo seduti lì, circondati da tutte quelle storie di tutti quei libri e ci siamo raccontati quelle che si somigliavano nei bagagli dei nostri ricordi.
Ripartendo il giorno dopo mi sono infilata un taccuino e una matita nella tasca dell’impermeabile e ogni cosa che mi è venuta in mente da lì a casa l’ho scritta. Dalla sella, dalle staffe, dal suono dei ferri sul terreno e da quegli scarabocchi è nato questo libro.
Paola Giacomini, viaggiatrice a cavallo, presenta il libro Campo di Stelle (I Quaderni dell’Alpitrek, 2016), che racconta il suo avventuroso itinerario dalla Val di Susa a Santiago de Compostela e ritorno. Il cammino di Paola e Isotta è un affascinante percorso “fatto di caldo, buio, fughe ostacoli e gioie”, un andare e tornare lungo circa 4500 chilometri, un’esperienza a due in totale autonomia – senza tetto né letto per sei mesi – capace di farci attraversare l’Europa secondo itinerari secondari e ritmi ormai dimenticati. Ma cosa ha a che fare il viaggio di una cavalla e della sua cavaliera con il ritorno naturale del lupo sulle Alpi? Lo scopriremo insieme: l’estate 2016 ha in calendario un lungo percorso di scoperta che avrà come punto di partenza la Slovenia, come traguardo le Alpi Marittime e lungo tutto il percorso il supporto del progetto LIFE WolfAlps…
Ingresso libero!
fuoco acceso telo tirato cavallo sazio per unire nella stessa avventura uomini cavalli e montagne