2016 08 16 Meire Bigorie
Nino: Riccardi Giovanni
Guardiacaccia comprensorio alpino CN 1 Valle Po
Valle Po, stavo per imboccare la strada per l’alpe Tartarea. Il vallone del Cervetto a valle di Meire Bigorie è una boscaglia impenetrabile dovuta alla ricrescita di arbusti su pascoli scomodi. Quella boscaglia sta cercando di risalire i versanti invadendo anche i pascoli alti che per il momento sono ancora pascolati, anche grazie alla strada agro silvopastorale che porta fino all’alpeggio.
Mi dispiaceva di lasciare la valle Po senza incontrare nessuno perché, dai dati di Life Wolfalps non risultavano presenze di lupo in questa valle, che sembra un luogo ideale per il suo insediamento.
È arrivato un fuoristrada del comprensorio di caccia della valle Po ed è sceso un ragazzo con l’aria di uno che cammina e che ha appena adempiuto a un compito. Era Nino che rientrava dal censimento dei galli forcelli. Gli ho chiesto di fermarsi un momento a parlare con me e lui ha salutato i suoi soci con cui stava andando a mangiare e mi ha raccontato queste cose.
È arrivato sette o otto anni fa, solo di passaggio. C’erano predazioni ma si è sempre ritenuto che fossero cani reinselvatichiti, finchè sono stati visti l’anno scorso: ce n’erano cinque proprio qui sotto: la coppia e i cuccioli.
Stiamo collaborando con le università di Pavia e Genova per valutare l’impatto sui selvatici in seguito al ritorno del lupo. Con loro si può lavorare seriamente. Ho due fototrappole che posiziono sui sentieri per confermare i dati e hanno funzionato bene entrambe finchè una non si è rotta, adesso è in riparazione. Il numero di caprioli si è ridotto drasticamente, anche qui è stato reintrodotto il cervo, quindi il ritorno del lupo non è l’unica componente che ha portato a questo risultato.
Il lupo è un problema come un altro, la gestione del lupo sembra un problema più grosso degli altri. Gli abbattimenti sembrano fuori discussione, i rimborsi ai pastori ci sono ma non sempre e comunque risultano scarsi rispetto al valore delle perdite. Dove si vuole arrivare? Sembra una questione di affari: dietro il lato emotivo delle perdite da un lato e dell’ammirazione di un animale misterioso, ci sono molti soldi.
– sai quanti siamo a tenere sotto controllo quest’area di caccia?
– No
-Io. Sai quanto è grande?
– No
– Sono 34000 ettari di territorio, chilometri su chilometri di strade, piste e sentieri e pare che di soldi non ce ne siano.
Non mi sono capitati casi di bracconaggio in questa parte della valle, l’unico che mi è successo di accertare è stato a ottobre 2012 ma molto distante da qui. Era un lupo maschio, ucciso con una fucilata a Rucas, in pancia aveva 6kg di capriolo fresco poco masticato.
La presenza del lupo non è documentata ma chi vive qui lo ha visto e ha anche visto i cuccioli. Non so bene cosa questo comporti.