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Vedere con sguardi diversi per trovare una soluzione

2016 08 04 Luca Giunti
Guardiaparco del Parco Orsiera Rocciavrè
Bussoleno

Luca si occupa di lupi da quando sono arrivati. Per anni le sue ricerche sul campo si sono alternate a ricerche di bibliografia per capire e poter comunicare il motivo per cui il ritorno di questo predatore desta posizioni così opposte nelle persone. Si è trovato a raccontare quello che aveva scoperto a un pubblico sempre diverso. Abbiamo parlato a lungo di molte cose mentre passavo da Bussoleno, questa è solo una minima parte dei suoi pensieri.

In questa foto si vede Luca così come è, tra le sue mani c'è un lupo ucciso dai bracconieri. È pubblicata sul calendario 2017 del Parco delle Alpi Cozie. Non sono stata capace di fargliene una che raccontasse così tante cose di lui e preferisco mostrarlo così.
In questa foto si vede Luca così come è, tra le sue mani c’è un lupo ucciso dai bracconieri. È pubblicata sul calendario 2017 del Parco delle Alpi Cozie. Non sono stata capace di fargliene una che raccontasse così tante cose di lui e preferisco mostrarlo così.

‘È più ricco dell’imperatore perché mette sul suo desco cibi non comprati’ -Virgilio-

Il lupo ha moduli di comportamento vicini ai nostri: socialità, territorialità e dispersione. Sull’ambiente alpino ha funzione positiva è negativa insieme: la riduzione della pressione del cervo sulla ricrescita del bosco è un vantaggio, gli attacchi al bestiame domestico sono uno svantaggio. È la goccia che fa traboccare il vaso ed è anche un nemico epico. Fare la voce grossa a proposito del lupo permette di farsi ascoltare su tutto il resto.

Per gli allevatori il danno non può essere pareggiato dal punto di vista economico. L’allevamento di montagna che è sempre stato marginale, lo è sempre di più, soprattutto quello ovino. La lana che sarebbe una risorsa, deve essere smaltita come rifiuto; oltre al periodo pasquale la carne la comprano quasi solo i musulmani.
L’assistenzialismo non è una soluzione perché aumenta il divario tra la società e il mondo dei margari. Per mantenere continuità delle tradizioni e adeguarsi al progresso, occorre istruzione. Frequentando la scuola ed entrando in contatto con realtà diverse da quelle in cui sono nati, i giovani margari potrebbero concepire il loro mestiere in maniera più ampia, adesso non è così, la maggior parte di loro, al di fuori del loro mondo sono fuori dal mondo. Il rischio che si affezionino a modelli urbani e perdano interesse per la vita con gli animali è una necessità.
La capacità imprenditoriale di un allevatore che oltre a raccogliere il latte, lo lavora e vende i suoi prodotti in alpeggio, gli porta benefici che vanno oltre al vantaggio economico. Lo scambio di merci è collegato all’incontro con persone che vengono da lontano, hanno vite diverse e prendono, oltre al formaggio o al burro, anche il senso della passione per la vita con gli animali e della durezza della vita all’aria aperta. Tutti quegli alpeggi che passano dalla produzione di latte a quella di carne, perdono qualcosa e sono sempre di più.

Lealtà verso i suoi simili e collaborazione nella caccia con il branco sono modelli che affascinano e fanno apparire venerabile il lupo da chi non lo ha mai visto e mai avrà ragione di confrontarsi con lui. Famelico e assatanato sono aggettivi che lo descrivono meglio di ogni altro per chi vede l’altra sua faccia.
Il lupo è entrambe le facce. Non recita e non si impegna. È così e basta. Fare di lui un mostro è un errore, fare di lui un eroe è un errore identico. Lo scambio tra realtà diverse potrebbe permettere a chi lo vede in un modo o nell’altro di accorgersi che nessuno dei due modi è quello vero e a prendere posizioni meno drastiche.