In questi giorni tre anni fa, abbiamo percorso centocinquanta chilometri di questa strada. Le piste erano coperte da un metro di neve e l’unico modo per avanzare era questo. I cavalli filavano a trenta, trentacinque chilometri al giorno. Non fiatavano, non si spaventavano, non erano allegri ma neanche tristi. Avevano la faccia dell’inverno. Io intanto ho avuto modo di conoscere il mondo dei camionisti russi che sono i viaggiatori per eccellenza. Non c’è uno di loro che non abbia manifestato cavalleria e poesia e quell’attenzione del viaggiatore con cui si scambiano informazioni sulla strada, sulle condizioni dei ponti, su tutto quello che serve per andare avanti. I camionisti sono i viaggiatori di questo tempo. Hanno le loro rotte, punti di riferimento, persone che tornano a salutare ogni volta che passano. Non contano più i chilometri e le notti sulla strada. Stentano di ricordare l’ultima notte che hanno passato in un letto.
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la mappa del mondo 1 di 5
La mappa della Bassa Val di Susa ha preso molti temporali, l’ho stesa al sole ad asciugare, ho dovuto rattopparla con lo scotch, ho provato a cucirla, non ha più la copertina. L’ho girata in lungo e in largo, sempre a cavallo. Non sono ancora riuscita a camminare su tutti i sentieri che rappresenta, non so se ci riuscirò mai. Battere un territorio da cima a fondo per ammirare come sono belle tutte le roccette di cui avvisano le curve di livello, riposare o galoppare in tutti i prati, assaggiare l’acqua di ogni sorgente e fare il bagno in tutti i laghi é un progetto ambizioso. Il tesoro che si trova alla fine del gioco è quasi psichedelico: guardando la mappa, sembra di rivedere ogni cosa: i dislivelli si trasformano in storie, i fiumi in guadi. Il bello di non arrivare mai in fondo é che ogni volta che la guardi in quel modo, alcune aree rimangono a due dimensioni, sono quelle mai approfondite, in cui rimane campo per l’esplorazione. Non credo che mi sazierà mai. Scoprire un nuovo pascolo, una famiglia di allevatori, un cacciatore o un motociclista, una tana o un castagno ricco di secoli richiede di tornare. Non basta incontrarsi una volta per conoscersi. Torna qui e torna là, fai una strada nuova per andare nello stesso posto e al ritorno fanne un’altra. Cerchi la civilizzazione e modifichi la rotta per incontrare villaggi, la sfuggi e modifichi la rotta per rimanere in cresta. Trovare tutti i trucchi per aggirare l’autostrada, la ferrovia e le statali. Una superficie di 1200 kmq é già sconfinata. Uscire dalla cartina della Bassa Val di Susa é una scommessa: oltre certe cime é tutto nuovo, entro il perimetro tutto é in evoluzione.