A Solanovka ci eravamo fermati un paio d’ore a pascolare l’erba di Ivan. Lui è l’istruttore della scuola di volo, ma ha sempre avuto la passione per i cavalli e intorno alla casa girava la sua vecchia cavalla da gara dallo sguardo dolce e smagrita dall’età. Il grande recinto ospitava tre cavalli yakuti, razza equina in grado di sopravvivere all’aperto nei luoghi abitati più freddi della terra. All’equinozio d’autunno, nel giro di pochi giorni il loro mantello si infittisce diventando una fitta pelliccia. Uno dei tre si stava preparando all’inverno proprio in quei giorni e mi ha fatto vedere i riccioli che si stavano infittendo sulla sua schiena. Era mezzogiorno e splendeva il sole e, anche se eravamo in Siberia, non eravamo in Yakutia e il cavallo era accaldato.
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Grande festa
https://m.youtube.com/watch?v=JZjHTDcrCp4&feature=youtu.be
Era un giorno grigio di febbraio, la piazza era quasi silenziosa e l’ora precisa. La melodia dell’heinaul si infilava in tutti i portici del mercato e nelle finestre degli edifici circostanti e si interrompeva come ad ogni ora precisa.
-che succede?
-perché?
-perché questa musica non finisce?
-per ricordare la sentinella
-quale sentinella?
-il pompiere che stava di vedetta sul campanile della basilica di Santa Maria quando i tartari hanno attaccato la città
-un pompiere?
-si, allora e per molti secoli ancora, la città era tutta di legno e c’era sempre un pompiere di vedetta per avvisare in caso di incendio
-e cosa c’entrano i tartari?
-una freccia mongola ha interrotto l’allarme, quando lui ha avvisato del loro arrivo
Tartari, Mongolia, Kharakhorin, cavalli, steppa, steppa, steppa. Quello che i miei sensi hanno percepito quando ho realizzato questa storia era un viaggio enorme: quello dei mongoli. Migliaia di cavalli e cavalieri che arrivavano da est portando morte e distruzione in sella ai loro cavalli. Per me in quel momento erano solo uomini a cavallo che per migliaia di chilometri avevano cercato erba e acqua per i loro cavalli e che avevano rincorso in sella un confine sempre più lontano.
Quello che é rimasto del loro passaggio é il ricordo di una tragedia, ma anche la leggerezza dell’andare a cavallo.
Decidere di ripercorrere le loro tracce era un modo per incontrare i grandi popoli di cavalieri che tuttora popolano le steppe e di ripensare lo stesso viaggio in un’ottica di pace attraverso il linguaggio internazionale dei cavalieri.
Questa freccia me l’ha affidata Enkhbath, il sindaco di Kharakhorin, ha percorso con due cavalli mongoli quasi la stessa strada di allora, é stata toccata da genti diverse dalla Mongolia alla Polonia e ognuno ci ha visto un desiderio di pace.
Sarebbe bello che lo fosse davvero. Loro erano in tanti quando sono arrivati per combattere più di ottocento anni fa, io ero da sola, ma le persone che ho incontrato in Russia, in Lituania, in Mongolia, sono tantissime e tutte credevano nella pace.
Cracovia é un confine. L’heinaul che risuona nelle quattro direzioni ad ogni ora lo ricorda. É un confine reale, tra paesi e mentalità differenti che vale la pena di coltivare. Le differenze arricchiscono. Fare finta di essere tutti uguali é una bugia. Essere uomini e sognare la pace appartiene ad entrambi i lati di questo confine.
Spero che questa freccia che rimarrà nella torre di Santa Maria, possa ricordare questo. Siamo prima di tutto esseri umani.
Appuntamento a Cracovia
Il 16 settembre alle 12 arriveremo in piazza a Cracovia. Ci accoglieranno il comune, la casa della Cultura, il museo storico e soprattutto i pompieri della città. A loro consegnerò la freccia che mi é stata affidata da Enkhbat, il sindaco di Kharakhorin, più di un anno fa.
Abbiamo dormito sotto milioni di stelle, percorso migliaia di chilometri, incontrato centinaia di persone, superato decine di ostacoli e vissuto ogni giorno come se fosse unico. Siamo tre esseri in viaggio. Non siamo arrivati. Siamo solo vicini alla meta, ma è incredibile. Era incredibile prima e pochi ci hanno creduto. É ancora più incredibile adesso e questa è una cosa con cui non immaginavo di dover fare i conti. Quello che é vero di sicuro é che siamo qui a cento chilometri da Cracovia e che legata alla sella portiamo una freccia mongola che ci é stata affidata a ottomila chilometri da qui e che tante persone diverse l’hanno vista e toccata lungo la strada imprimendole un sogno di pace.
Interviste che sono riuscita a ritrovare
Con molte delle persone che hanno scritto questi articoli é rimasto un bel collegamento, mentre avanzavamo verso questa inevitabile frontiera, scoprendo da un villaggio all’altro la bellezza della Russia e della sua gente.
VELIKIE LUKI
http://m.iluki.ru/news/1-190
https://m.vk.com/wall-112510789_2718001
http://luki.ru/news/575648.html
VYAZMA
https://www.google.com/amp/s/rg.ru/amp/2019/06/03/reg-cfo/italianka-peresekla-rossiiu-verhom.html
SPUTNIK
KALUGA
https://m.nikatv.ru/tv/reportazhi-video/KZz1pTZXwVEdVEl6Cbww
http://m.babr24.com/?IDE=189511
https://www.yaplakal.com/forum3/topic1961215.html
YELETZ
VORONEZH
https://news.myseldon.com/ru/news/index/210011298
https://moe-online.ru/news/society/1034856
KALATCH Россия 1 калач
Yandex PSKOV
http://m.pln24.ru/society/342786.html?utm_source=yxnews&utm_medium=mobile
https://informpskov.ru/news/298400.html
VYOSHENCKAYA
https://www.nvgazeta.ru/news/14488/549445/
MIKHAJLOVKA
http://mihadm.com/news/8638
VYAZOVKA
https://vpravda.ru/obshchestvo/v-elanskom-rayone-podkovali-loshadey-znamenitoy-italyanki-67773/
http://vlg-media.ru/2019/03/17/volgogradskij-umelec-podkoval-loshadej-hrabroj-italjanki/
SARATOV
http://pobedniy-allure.ru/2019/03/05/путешествие-итальянки-паулы-в-циксе/
YASTREBOVKA
https://saratov-room.ru/puteshestvennitsa-iz-italii-dobralas-na-loshadyah-do-saratovskoj-oblasti-87231
http://www.goldmustang.ru/news/9292.html
https://www.sarnovosti.ru/mnews.php?ID=113960
https://news-life.ru/189917782/
BARNAUL
Partire
Cuoio e ferri la strada, pietra e legno la casa: stare e andare come modi di abitare. Questo equipaggiamento ogni sera diventa dimora. Ogni mattina diventa vestito.
Cara Laurence, finalmente sono tornata dai cavalli, in questi tre mesi gli sono cresciute le criniere. Spezzare il viaggio è stato come una lunga apnea piena di incognite. Quando li ho lasciati erano cadute tutte le foglie e il mondo era vestito di oro, adesso i tronchi delle betulle si mimetizzano nella neve e sembra di camminare sui diamanti. E’ ora di ingrassare selle, bisacce e testiere. Adesso sono qui e a giorni riuscirò davvero a tornare in sella. Non vedo l’ora di raggiungere i villaggi dei cosacchi. So che sono tuoi amici. Se li senti, avvisali del mio arrivo.
Spero di tornare qui con te un giorno.
paola
ps: di strada sono passata da Amina, mi ha accompagnata lei alla stazione di San Pietroburgo. É stato proprio un nell’incontro.
Конь/Cavallo
Esco di notte a cavallo per il campo,
notte buia, andiamo piano.
Il cavallo ed io andremo insieme al campo (x3)
La grazia della notte copre il campo di stelle,
Nessuno sarà visto nel campo ,
Solo noi lo solcheremo in sella: cavallo e cavaliere.
Noi cavalcheremo al campo
Ti porterai attraverso il campo per me
Nel mio campo infinito (x2)
Fammi vedere una volta,
dove il campo crea l’alba.
Alla luce del mirtillo rosso, scarlatto nell’alba,
Il luogo dove il sole si alza da terra lo vedono tutti, ma nessuno ci può andare(X2)
Polyushko mio, sorgenti.
Luci dei villaggi lontani.
Segale dorata, sì lino riccio,
sono innamorato di te Russia, innamorata. (X2)
Sarà un buon anno, è una scelta
andrà comunque, tutto passerà.
Canta la segale dorata, canta il lino riccio,
Canta di come sono innamorato della Russia.
Canta la segale dorata, canta il lino riccio,
andiamo con il cavallo insieme!
Выйду ночью в поле с конём,
Ночкой тёмной тихо пойдём.
Мы пойдём с конём,
По полю вдвоём,
Мы пойдём с конём по полю вдвоём(х3)
Ночью в поле звёзд благодать,
В поле никого не видать,
Только мы с конём,
По полю идём(х2)
Сяду я верхом на коня,
Ты неси по полю меня.
По бескрайнему,полю моему(х2)
Дай ка я разок посмотрю,
Где рождает поле зарю.
Ай брусничный свет,алый да рассвет,
Али есть то место,али его нет.(х2)
Полюшко моё,родники.
Дальних деревень огоньки.
Золотая рожь,да кудрявый лён,
Я влюблён в тебя Россия,влюблён.(х2)
Будет добрым год,выбор он
Было всяко,всяко пройдёт.
Пой златая рожь,пой кудрявый лён,
Пой о том как я в Россию влюблён.
Пой златая рожь,пой кудрявый лён,
Мы идём с конём вдвоём!
Il taccuino magico
Un regalo di Ehnee: un taccuino di carta fatta a mano pieno di frasi in mongolo per poter comunicare con i nomadi. A lui lo aveva regalato un belga fiammingo in viaggio in Mongolia a cui lo aveva dato un ragazzo americano che lo aveva a sua volta regalato un amico che lo aveva tenuto in un cassetto per anni in ricordo di un viaggio in India in cui un inglese glielo aveva lasciato dopo averlo acquistato in Nepal. Nessuno di loro ci ha mai scritto niente.
All’improvviso dopo anni di giri per il mondo, Ehnee lo ha dato a me con queste frasi utili, due pagine in cui è descritto il mio progetto e molte pagine bianche che si stanno riempiendo di disegni, nomi e date dei nomadi che incontro finalmente davvero da quando sono ripartita da sola da Tsetserleg con Azimuth e Tgegherè.
La guida si è rivelata un disagio. Non aveva senso continuare così.
C’è Ehnee che mi copre le spalle da Tsetserleg, lo posso chiamare anche quando non prende il telefono per traduzioni volanti. Partecipa al viaggio occupandosi di Graffio che rimarrà in montagna nel suo branco.
È andata così. Per varie vicende l’ingombro della guida non mi permetteva di incontrare le persone.
Sto cercando di adeguarmi al viaggio con due cavalli, ogni tenda è un incontro e il taccuino somiglia a una bacchetta magica perché sta trasformando questa lingua molto difficile in un modo per chiedere alle persone di mostrarmi quello che amano di più : la loro terra, i loro animali, il loro mondo.
servizio su Mare di erba al tg3
questo servizio apparso sul tg3 regionale giovedì pomeriggio è stato girato a Caprie. l’incontro con Luciana e Stefano che sono venuti qui per raccontare l’idea che ho in mente di realizzare è stato prima di tutto uno ‘stare insieme’. sono persone che ne hanno viste di tutti i colori ma sanno ancora stupirsi dell’umanità.
A CAVALLO SULLE ORME DI GENGIS KHAN
Ad aprile la scrittrice e viaggiatrice Paola Giacomini partirà dalla Mongolia per raggiungere, a cavallo, Cracovia in Polonia. Novemila chilometri in sella, un viaggio straordinario sulle orme di Gengis Khan. Luciana Parisi è andata a trovarla in Val di Susa. Dal Tg3 delle 14.20 del 15 marzo 2018
Pubblicato da Tg3 su Giovedì 15 marzo 2018
Ad aprile la scrittrice e viaggiatrice Paola Giacomini partirà dalla Mongolia per raggiungere, a cavallo, Cracovia in Polonia. Novemila chilometri in sella, un viaggio straordinario sulle orme di Gengis Khan. Luciana Parisi è andata a trovarla in Val di Susa. Dal Tg3 delle 14.20 del 15 marzo 2018